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L'Italia vista dall'estero...

lunedì 23 febbraio 2009

La Corte dei Conti denuncia, l'informazione la ignora


Avete sentito parlare della denuncia della Corte dei Conti sullo stato in cui versa la pubblica amministrazione italiana???
Sicuramente, la risposta è no, perchè tra un festival della musica, una partita di calcio, un ballo sotto le stelle e l'altro, le notizie che i telegiornali dovevano dare erano ben altre.
La notizia è datata 11 febbraio e consiste in una forte denuncia della Corte dei Conti nei confronti delle amministrazioni e delle istituzioni.
Si è così epsresso il presidente della magistratura contabile Tullio Lazzaro:

«I controlli interni ed esterni sull'amministrazione non sono pienamente adeguati, vi è un'attuale situazione di loro scarsa efficacia, di pochezza di effetti concreti, occorre potenziare e irrobustire i controlli, renderli effettivi nello svolgersi e concreti negli effetti. Nel campo dell'amministrazione, a un maggior e migliore uso dei controlli, corrisponde simmetricamente un minore ricorso al codice penale
Dove manca la trasparenza si genera il cono d'ombra entro cui possono trovare spazio quei fatti di corruzione o di concussione che rendono poi indispensabile l'intervento del giudice penale»

Il duro attacco alla gestione della pubblica amministrazione non ha naturalmente avuto risposta dalla classe politica, che imperterrita continua a portare avanti i propri loschi affari.
Probabilmente la relazione della Corte dei Conti non è nemmeno stata letta, perchè si sa... a leggere si fa fatica e in Italia se non ne parla Bruno Vespa vuol dire che la notizia non è degna di nota...



sabato 21 febbraio 2009

Il problema dell'immondizia di Napoli è davvero stato risolto?

Vi segnalo la lodevole iniziativa del blog di Antonio Di Pietro in cui vengono raccolti filmati e fotografie, che testimoniano le BALLE colossali che il governo sostenuto da un'informazione di regime ci propina ogni giorno.


martedì 17 febbraio 2009

Mills condannato a 4 anni e sei mesi


Il Tribunale di Milano ha giudicato colpevole David Mills per essersi fatto corrompere con 600 mila dollari provenienti dalla Fininvest di Berlusconi.
Ma una domanda sorge spontanea... chi ha corrotto Mills?
Naturalmente l'altro imputato del processo Silvio Berlusconi, che però grazie al Lodo Alfano è riuscito a salvarsi dal processo. Non si può infatti procedere contro il premier Silvio Berlusconi.
Siamo in una situazione grottesca dove il corrotto è stato giustamente condannato, ma il corruttore rimane impunito... voi affidereste la riforma della giustizia ad un corruttore?  Voi affidereste un Paese durante la grave crisi economica ad un corruttore?

IO NO!

Estratto della lettera mandata da David Mills al suo commercialista per spiegare da dove provengano i 600 mila dollari:
“ho tenuto Mr B. fuori da un mare di guai nei quali l’avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo”


venerdì 13 febbraio 2009

Se non è dittatura questa... l'informazione oscurata prossima tappa del governo Berlusconi



Pubblico una sconcertante intervista rilasciata a L'Espresso dal Senatore Gianpiero D'Alia sull'emendamento 50 bis proposto all'interno del pacchetto sicurezza.
Nell'emendamento si parla di oscurare i siti, sottolineo I SITI, che permettono istigazione a reati o l'apologia di reati. Per fare un esempio se Facebook o YouTube pubblicassero gruppi, o video che invitano a disobbedire alla legge non verranno oscurati i contenuti responsabili del reato, ma verranno oscurati Facebook e YouTube.
Un altro esempio: se un blogger ha la sfortuna di ricevere tra i suoi commenti uno che incita ad un reato, sarà il blog a pagare con l'oscurazione e non l'autore del commento. Pensate a quanti blog d' informazione potrebbero essere "fatti fuori" con un semplice commento.

Testo:

Dall'intervista di Alessandro Gilioli al sen. D'Alia pubblicata su "L'Espresso"

A. Gilioli: Io volevo parlare di questo emendamento: innanzitutto, spieghi lo scopo e l'utilità.

D'Alia: L'emendamento introduce l'articolo 50 bis al pacchetto sicurezza, che consente al ministro dell'interno, su comunicazione dell'autorità giudiziaria che procede per delitti di istigazione a delinquere o apologia di reato, attribuisce al ministero dell'interno il potere di disporre che i fornitori di connettività alla rete internet utilizzino gli strumenti di filtraggio nei confronti di quei siti o social network che contenessero, diciamo, dichiarazioni e quant'altro connesse a queste ipotesi di reato.
Cioè, è una norma che serve a cominciare a intervenire nella regolamentazione di internet e questo nasce sostanzialmente dalle vicende che hanno riguardato Facebook, della comparsa su quel social network di gruppi inneggianti a Riina, Provenzano, alle Brigate Rosse eccetera.
E poiché non vi è alcuno strumento, nell'ordinamento, che consenta un intervento immediato qualora ovviamente si ravvisi un'ipotesi di reato, cioè qualora la magistratura stia indagando, il ministro dell'interno interviene con uno strumento di natura squisitamente cautelare che serve ad evitare che vi sia una moltiplicazione di questi siti o di queste manifestazioni illecite sulla rete.
Ovviamente, tutto questo avviene con la possibilità del ricorso all'autorità giudiziaria da parte degli interessati, e comunque attraverso una procedura di natura contraddittoria anche con i gestori dei siti a cui viene notificata una diffida ad oscurare o cancellare quelle parti che sono in contrasto con le posizioni citate.

A. Gilioli: Però, senatore, mi permetta di interromperla. La contestazione che viene fatta è proprio questa: io ho letto bene il suo emendamento, non si parla di cancellare le parti ma di oscurare il sito. Allora si dice: se c'è un gruppo su facebook che incita a Provenzano piuttosto che altre cose, gli effetti del suo emendamento non sarebbero cancellare quella pagina ma oscurare l'intero sito.

D'Alia: Ma mi scusi: se il gestore del sito non si fa carico di cancellare questi soggetti dal sito, è giusto che il sito venga oscurato. Il ministero diffida il gestore, il gestore poi ha due possibilità: o ottemperare e quindi cancellare dal sito i gruppi oppure non ottemperare. Se non ottempera si rende complice di chi inneggia a Provenzano e Riina quindi è giusto che venga oscurato.

A. Gilioli: All'interno di YouTube, per esempio, ci sono diversi video che potrebbero ricadere, forse, all'interno della tipologia da lei enunciata. Se YouTube non cancella quei video viene oscurato l'intero YouTube?

D'Alia: Secondo me si, certo.

A. Gilioli: Ancora un altro caso...

D'Alia: Le faccio un esempio: se su YouTube esce un video, come è successo e peraltro ci sono state diverse polemiche, in cui quattro ragazzi picchiano un loro coetaneo disabile - peraltro, in questo caso siamo in presenza della rappresentazione di un reato non è che siamo in presenza di una apologia: c'è la diretta o la riproduzione di un film in cui viene commesso un illecito penale - è giusto che un sito lo mantenga? Io credo di no.

A. Gilioli: Un altro caso: c'è una discussione online, nei siti, nei forum. Fra utenti del forum può capitare che ci si insulti o anche che ci si minacci. Lei questo lo ritiene una tipologia...

D'Alia: Se io minaccio qualcuno, lo minaccio nella realtà o su internet sempre un reato è.

A. Gilioli: Le faccio un'altra tipologia: io sono ipoteticamente autore di un blog. All'interno del mio blog qualcuno, tra i commentatori del mio blog, mi insulta, minaccia. Io che sono il blog master e quindi ritengo che sia giusto lasciare aperto il mio blog a ogni voce, comprese quelle che mi minacciano e mi insultano, non tolgo queste voci.
Anche in questo caso si rientra nella tipologia?

D'Alia: Guardi, rientrano tutte quelle ipotesi che sono previste dal codice penale nell'ambito dei delitti di istigazione a delinquere o disobbedire alle leggi. I delitti di apologia di reato, che sono previste dal codice penale o da altre disposizioni. Sono tutte ipotesi che sono ricondotte a fattispecie illecite, che sono già sanzionate nel codice penale e che quindi hanno la necessità di essere sanzionate in tutte le loro manifestazioni. Non è che cambia se io faccio un ciclostile con cui dico che Riina...

A. Gilioli: Scusi senatore, stiamo parlando dei commenti a un blog...

D'Alia: Guardi, i commenti a un blog non è che sono diversi: se in un commento a un blog io dico che le Brigate Rosse hanno fatto bene ad uccidere Moro, questa si chiama apologia di reato. Che io lo faccia sul blog, con un telegramma, su un bigliettino, con un comunicato stampa non cambia: sempre di reato si tratta e va perseguito, e va perseguito colui il quale se ne fa complice pubblicando queste porcherie, ivi compreso se è un gestore di internet tanto per essere chiari.
Io la penso in questo modo.

A. Gilioli: Senta senatore: lei è un frequentatore della rete?

D'Alia: Certo

A. Gilioli: Su facebook ci va?

D'Alia: No, su facebook vado poco perché mi indigna vedere su quel sito che si censurino le mamme che allattano i figli perché si ritiene esteticamente un fatto offensivo, antiestetico e poi si consenta a vari gruppi, ad esempio "Omaggio a Cutolo, chi è parente di pentiti infami e confidenti è pregato di non iscriversi a questo sito dedicato a Cutolo".
Io non ci vado perché questo sito che censura le mamme, come dichiara peraltro correttamente Articolo 21, e consente queste porcherie è un sito indegno, dal mio punto di vista.
Con tutto il rispetto per chi vi accede.

A. Gilioli: Lei è conscio del fatto che se in Italia si chiude YouTube e Facebook siamo peggio della Birmania?

D'Alia: Guardi, io non sono per chiudere né Facebook né YouTube: io sono perché Facebook e YouTube rispettino le vittime di mafia, del terrorismo e degli stupri.

A. Gilioli: E se non le rispettano?

D'Alia: Se non le rispettano non possono avere il rispetto dello Stato.

A. Gilioli: Quindi vanno chiusi.

D'Alia: E' evidente.


Se non sei d'accordo con il senatore inviagli un'email (l'indirizzo è stato preso dalla pagin pubblica del senatore dal sito senato.it): dalia_g@posta.senato.it


sabato 7 febbraio 2009

Il silenzio è d'obbligo, ma non contro l'Imperatore Berlusconi


Questo blog decide di non entrare nelle discussioni etiche e personali sul caso di Eluana Englaro. L'autore di questo blog non crede come sia possibile che una persona, in questo caso Silvio Berlusconi, possa avere diritto di vita e di morte su un'altra, ignorando tra l'altro una sentenza della cassazione.
L'autore di questo blog sa soltanto che il dolore di un padre merita più rispetto di un delirante premier che si crede il nuovo imperatore.
Alle sentenze ignorate ormai ci abbiamo fatto il callo... ma non rinunciamo alla libertà.

Pubblico qui un articolo di Marco Travaglio tratto dal blog VoglioScendere.it, che sottoscrivo pienamente:

Portatelo via
Questo blog non si occupa di Eluana Englaro perché ha troppo rispetto per i misteri del dolore, della vita e della morte. Ma non possiamo non occuparci, ancora una volta, di un governo indecente e di un premier fuori controllo che ieri, dopo la bocciatura del suo demenziale decreto incostituzionale e vergognoso, ha sostenuto che Eluana sta benissimo, tanto che potrebbe persino avere figli. In attesa che ci racconti una barzelletta sui malati terminali in coma vegetativo, sulla scia di quelle sull’Olocausto e sulle ragazze stuprate, sarebbe il caso che qualcuno provvedesse a un Tso (trattamento sanitario obbligatorio). In un paese perlomeno decente, in casi come questo arrivano due infermieri e portano via il soggetto in ambulanza, per sottoporlo ad accurati accertamenti. Quanto poi a quel che è accaduto in queste ultime ore tra il Quirinale e Palazzo Chigi, prepariamoci a leggere le “indiscrezioni” dei “retroscenisti” che, a seconda degli schieramenti, faranno apparire il capo dello Stato o il capo del governo come eroi della resistenza. Io preferisco guardare al risultato finale. Berlusconi ha ottenuto ciò che voleva: dimostrare al Vaticano di aver fatto tutto il possibile per compiacere le gerarchie ecclesiastiche (si spera non tutte) e i loro seguaci più ottusi. Napolitano ha ottenuto ciò che voleva: dimostrare che, almeno una volta nella vita, ha avuto il coraggio di rimandare indietro una legge vergogna, altrettanto incostituzionale quanto il lodo Alfano o la schedatura ai bambini rom o l’aggravante razziale per gli immigrati clandestini o il decreto sui rifiuti in Campania. In più, se c’era qualche speranza che il Quirinale bocciasse la legge-porcata sulle intercettazioni o la controriforma della giustizia varata ieri dal Consiglio dei ministri o il nuovo pacchetto sicurezza che legalizza le ronde padane e impone ai medici di denunciare i malati clandestini, ora quelle possibilità si riducono al lumicino: un intero esercito di pompieri si scatenerà per spegnere i fuochi di questo “scontro fra Napolitano e Berlusconi” e per riportare la pace tra i due palazzi. Così Berlusconi uscirà, ancora una volta, vincitore: a lui, di Eluana, non frega nulla. A lui interessa distruggere la Giustizia. E da stasera ha qualche chance in più di farcela.

lunedì 2 febbraio 2009

Un sentito ringraziamento

Ringrazio tutti i visitatori del sito che il 28 gennaio hanno seguito la diretta della manifestazione di piazza Farnese da questo blog.
Il blog ha segnato il suo personale "record" con 477 visite e 764 pagine viste.

La guida al risparmio telefonico fisso e mobile


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