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L'Italia vista dall'estero...

lunedì 21 dicembre 2009

Google applica la censura anche in Italia?



Il fatto che Google censuri le ricerche degli utenti cinesi e di altri Paesi in cui la democrazia latita è ormai risaputo, ma è possibile che una sorta di censura preventiva avvenga anche in Italia? Siamo veramente liberi di accedere alle informazioni che vogliamo?
L'esperimento è molto semplice ed è immediatamente verificabile basta provare le successive semplici mosse:
1. Aprire la pagina principale di Google
2. Digitare le parole "silvio berlusconi" nel campo di ricerca
3. Osservare i suggerimenti che Google ci dà per la nostra ricerca

I risultati possono essere davvero sorprendenti. Se la ricerca viene eseguita sulle pagine Google di altre nazioni come il Regno Unito, il Belgio, o la Germania lo stesso Google suggerirà le parole "scandalo", "mafia" e molte altre... mentre se la ricerca viene eseguita sul motore di ricerca italiano le parole più scottanti non vengono suggerite dal motore di ricerca più utilizzato al mondo.
La censura è già in atto in Italia?

giovedì 17 dicembre 2009

La messa in scena di Silvio

Con una scena degna del film "The Passion of Christ" e grazie al controllo mediatico è stato facile per Silvio Berlusconi eleggersi a martire della democrazia italiana, ma basta guardare con attenzione qualche video per mettere in dubbio la realtà dei fatti.

mercoledì 16 dicembre 2009

La bufala dei gruppi Facebook strumentalizzati




Nel tam tam mediatico scatenato dall'aggressione di Massimo Tartaglia nei confonti del premier Silvio Berlusconi si è parlato anche di gruppi Facebook pro e contro l'aggressore. Questi sembrano essere nati in poche ore dopo il fatto avvenuto in piazza del Duomo a Milano. 100mila iscritti in poche ore, 300mila in una notte... la verità però è un'altra (come al solito verrebbe da dire...)!
I gruppi stigmatizzati negli ultimi giorni dai parrucconi dei vari tg nazionali ,che mai hanno premuto il tasto ON del proprio computer, ma forse nemmeno quello del proprio cervello, non sono altro che gruppi già esistenti il cui titolo è stato cambiato con un semplice click del mouse dall'amministratore. Ecco così che un gruppo che fino a qualche istante prima esprimeva solidarietà ai terremotati dell'Abruzzo diventa un gruppo che si prodiga per la pronta guarigione di Silvio Berlusconi e uno dedicato al Made In Italy cambia volto per schierarsi nello scontro mediatico.
L'occasione però è troppo ghiotta per il ministro Maroni, che ne approfitta per scagliarsi contro i social network e contro YouTube rei di non vigilare sui contenuti pubblicati dagli utenti.
Per fare un esempio è un po' come se io scrivessi su un foglio di carta una minaccia a Berlusconi e il giorno dopo fosse attaccato fortemente l'uso della carta per la scrittura.
Stati come l'Iran e la Cina condannano e proibiscono, oppure semplicemente limitano l'accesso a mezzi di comunicazione come i social network, a buon intenditor...


Leggi l'articolo da Repubblica.it