Pagine

L'Italia vista dall'estero...

martedì 9 settembre 2008

Alitalia, quanto ci costa una bandierina su un aereo!


Nulla fu più appropriato del nome "Fenice" per definire l'operazione di smantellamento dell'Alitalia, perchè proprio come la fenice l'intera faccenda è qualcosa di leggendario e come tutte le leggende sono raccontate piene di fatti non reali: fantasie e invenzioni in pratica frottole...
Da quindici anni a questa parte Alitalia è una inesorabile macchina da debiti, il precedente governo dopo 15 (dico 15!!!) anni ha il vago sentore che Alitalia non possa più tirare avanti così e decide quindi di trovare una soluzione definitiva: vendere Alitalia.
Dopo le trattative di rito si arriva all'accordo con Air France-KLM che rilevando la compagnia si sarebbe impegnata ad:
  • accollarsi i debiti di Alitalia rilevandola in toto;

  • non eccedere negli esuberi: 2150;

  • comprare le azioni di Alitalia per 1miliardo e 700milioni;

  • investire 750milioni nella compagnia;

  • potenziare e salvare Malpensa;

  • potenziare l'aereoporto di Fiumicino.
Gli obiettivi erano completamente centrati quindi: lo stato si sarebbe liberato di un pozzo senza fondo come l'Alitalia, avrebbe salvato i principali aereoporti italiani e avrebbe contenuto gli esuberi.
Ma ecco comparire sulla scena il prode "Cavaliere" di Arcore che fa saltare l'accordo perchè "l'Italia non può permettersi di perdere la compagnia di bandiera". Senza il suo intervento non avremmo più avuto la bandierina italiana sulla flotta Alitalia uno smacco enorme per tutti i cittadini italiani. Tutto a monte!
Il governo Berlusconi ha la brillante idea di dividere la compagnia in due parti la compagnia buona (Good Company), cioè quella parte che lavora bene e produce e quella cattiva piena di debiti (Bad Company). Mentre la prima viene regalata a 16 amichetti del nostro Presidente del Consiglio, quella piena di debiti rimane sul groppone di ogni italiano andando ad aumentare le difficoltà delle già disastrate finanze statali.
Vediamo allora chi ci guadagnerà davvero dall'operazione Alitalia:
  • Carlo Toto: proprietario di Air One che fa il colpo della sua vita incorporando Air One già piena di debiti alla nuova Alitalia;

  • Salvatore Ligresti: speculatore edilizio, assicuratore pregiudicato per Tangentopoli;

  • la famiglia Benetton: che gestendo l'aereoporto di Fiumicino deciderà trattando con se stessa quanto far pagare alla nuova Alitalia per occupare gli slot di Fiumicino;

  • Banca Intesa: advisor dell'operazione cioè  l'incaricata di trovare chi dovesse rilevare Alitalia ed ha trovato casualmente se stessa;

  • Roberto Colaninno: il cui figlio Matteo essendo ministro ombra dell'industria del PD non può mica sollevare obiezioni sulle decisioni del governo Berlusconi se no farebbe un torto a paparino;

  • e molti altri ancora...
Per fare questa bella "porcata all'italiana" si sono dovute sospendere le regole dell'Anti Trust, perchè se non si fa qualcosa nelle regole è meglio sospenderle per non offendere nessuno. Alitalia inoltre violerà un accordo raggiunto durante l'ottenimento del prestito ponte che la obbligava a non espandersi, mente inglobando Air One si espanderà creando un monopolio soprattutto sulla tratta Milano-Roma.
Gli esuberi previsti dalla nuova soluzione saranno sicuramente minimo il doppio, forse anche il triplo.
La ciliegina sulla torta è che la Good Company sarà immune da tutti i creditori che naturalmente per rientrare del loro denaro si rivolgeranno allo stato italiano possessore della Bad Company.
La Bad Company inoltre dovrà pagare allo stato italiano i 300milioni di euro del prestito ponte: in pratica lo stato italiano paga a se stesso 300milioni di euro (altri 300milioni rubati ai cittadini italiani).
Per fortuna è arrivato il "Cavaliere" Silvio non so se avrei resistito alla vista di un aereo senza bandierina italiana, ma grazie a lui ora sono più tranquillo, ma di certo come cittadino italiano anche più povero.

Nessun commento: