Il fatto che Google censuri le ricerche degli utenti cinesi e di altri Paesi in cui la democrazia latita è ormai risaputo, ma è possibile che una sorta di censura preventiva avvenga anche in Italia? Siamo veramente liberi di accedere alle informazioni che vogliamo?
"Sei di sinistra?", mi chiedono. Non lo so... io sono stato fermo: si sono spostati tutti gli altri. (Beppe Grillo)
L'Italia vista dall'estero...
lunedì 21 dicembre 2009
Google applica la censura anche in Italia?
Il fatto che Google censuri le ricerche degli utenti cinesi e di altri Paesi in cui la democrazia latita è ormai risaputo, ma è possibile che una sorta di censura preventiva avvenga anche in Italia? Siamo veramente liberi di accedere alle informazioni che vogliamo?
giovedì 17 dicembre 2009
La messa in scena di Silvio
mercoledì 16 dicembre 2009
La bufala dei gruppi Facebook strumentalizzati
Nel tam tam mediatico scatenato dall'aggressione di Massimo Tartaglia nei confonti del premier Silvio Berlusconi si è parlato anche di gruppi Facebook pro e contro l'aggressore. Questi sembrano essere nati in poche ore dopo il fatto avvenuto in piazza del Duomo a Milano. 100mila iscritti in poche ore, 300mila in una notte... la verità però è un'altra (come al solito verrebbe da dire...)!
I gruppi stigmatizzati negli ultimi giorni dai parrucconi dei vari tg nazionali ,che mai hanno premuto il tasto ON del proprio computer, ma forse nemmeno quello del proprio cervello, non sono altro che gruppi già esistenti il cui titolo è stato cambiato con un semplice click del mouse dall'amministratore. Ecco così che un gruppo che fino a qualche istante prima esprimeva solidarietà ai terremotati dell'Abruzzo diventa un gruppo che si prodiga per la pronta guarigione di Silvio Berlusconi e uno dedicato al Made In Italy cambia volto per schierarsi nello scontro mediatico.
L'occasione però è troppo ghiotta per il ministro Maroni, che ne approfitta per scagliarsi contro i social network e contro YouTube rei di non vigilare sui contenuti pubblicati dagli utenti.
Per fare un esempio è un po' come se io scrivessi su un foglio di carta una minaccia a Berlusconi e il giorno dopo fosse attaccato fortemente l'uso della carta per la scrittura.
Stati come l'Iran e la Cina condannano e proibiscono, oppure semplicemente limitano l'accesso a mezzi di comunicazione come i social network, a buon intenditor...
Leggi l'articolo da Repubblica.it
venerdì 27 novembre 2009
No B Day, 5 dicembre 2009
venerdì 16 ottobre 2009
Vaccino H1N1? No grazie...
Un giudice con i calzini turchesi??? Non sia mai...
Il giudice Mesiani, che ha condannato il gruppo Fininvest al risarcimento di 750 milioni di euro per il lodo Mondadori, viene pedinato e ridicolizzato per le sue stranezze: fumare sigarette e indossare calzini turchesi.
sabato 26 settembre 2009
Antonio Di Pietro risponde al blog...
venerdì 25 settembre 2009
Santanchè aggredita??? Un video di Peace Reporter smentisce tutto
mercoledì 16 settembre 2009
Credete ancora ai numeri di Berlusconi???
mercoledì 9 settembre 2009
Annozero chiede aiuto alla rete
lunedì 7 settembre 2009
La Rai scarica Report
sabato 5 settembre 2009
Consigli per la visione...
martedì 28 luglio 2009
Tra orgasmi, gelati, cigni e tombe fenicie del 300 a.C. ...
lunedì 22 giugno 2009
domenica 31 maggio 2009
Villa Certosa: una casa chiusa, anzi no! Molto Aperta!!!
giovedì 21 maggio 2009
Ma il conduttore??? E' andato fuori dalla Porta...
La verità??? Te la dice Studio Aperto...
mercoledì 13 maggio 2009
La censura si abbatte su Rai 2
sabato 9 maggio 2009
Italiani un paese di santi, navigatori e... razzisti!
mercoledì 6 maggio 2009
"Posso palpare un po' la signora?"
lunedì 4 maggio 2009
venerdì 1 maggio 2009
Freedom House definisce l'Italia un Paese "parzialmente libero"
Buon 1° Maggio lavoratori, ma non dimenticatevi di chi lavora molto più di voi!
giovedì 30 aprile 2009
Marco Travaglio premiato nel silenzio generale
domenica 19 aprile 2009
Panico negli studi di Domenica In
giovedì 9 aprile 2009
Le ultime parole "disastrose"...
domenica 5 aprile 2009
Una cazzata al giorno toglie i Comunisti di torno...
venerdì 3 aprile 2009
Berlusconi tiene alta "la voce dell'Italia"
giovedì 26 marzo 2009
Borghezio, un fascista come tanti...
giovedì 19 marzo 2009
Due bambini italiani sotto Atomoxetina progettano il suicidio e l'Associazione Italiana del Farmaco tace
Il 13 marzo l'associazione Giu Le Mani Dai Bambini, che da anni si occupa della lotta alla somministrazione di psicofarmaci ai bambini ha pubblicato un comunicato stampa sconcertante.
Fin dai primi articoli (anche del vecchio sito) mi sono occupato dell'argomento, riporto dunque il comunicato stampa del 13 marzo e anche il commento, che lo stesso Luca Poma autore del libro "Giù le mani dai bambini" mi lasciò quasi un anno fa.
COMUNICATO STAMPA DEL 13/03/09
Due bimbi italiani su Atomoxetina progettano il suicidio: l'AIFA tace
In Italia, due bimbi in terapia per ADHD cui veniva somministrata atomoxetina (Strattera ®) hanno manifestato idee suicidarie. Nonostante l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema psicofarmaci e bambini, l’Agenzia Italiana del Farmaco non ha ritenuto di informare tempestivamente la cittadinanza. Luca Poma (Giù le Mani dai Bambini): “Incomprensibile silenzio, l’agenzia avrebbe dovuto emettere sollecitamente un comunicato, ma nessuno è stato informato di questi gravi fatti, d’interesse soprattutto per le famiglie con figli in cura con queste molecole”. Lo Strattera® nuovamente sul banco degli imputati: in Inghilterra nel periodo di monitoraggio 130 tentativi di suicidio.
Roma – A pagina sette dell’ultimo numero del “Bollettino di farmacovigilanza AIFA” l’Agenzia Italiana del Farmaco informa circa le idee suicidarie di due bambini, una bimba piemontese di 9 anni, ed un bimbo sardo di 10 anni. Entrambi i minori erano in trattamento nel 2008 con atomoxetina (nome commerciale “Strattera”®, psicofarmaco prodotto dalla multinazionale farmaceutica Eli Lilly), la bimba da sette mesi ed il bimbo da dieci mesi. Il bambino è stato ricoverato in ospedale con diagnosi di “agitazione psicomotoria ed ideazione suicidaria”, e successivamente dimesso dopo una terapia specifica, mentre per quanto riguarda la bambina non vi sono attualmente notizie circa l’esito finale della vicenda.
“E’ sconcertante – ha commentato Luca Poma, giornalista e Portavoce nazionale di ‘Giù le Mani dai Bambini’, il più rappresentativo comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica – che l’agenzia del farmaco non abbia emesso un comunicato nell’immediatezza del fatto, al fine di informare la cittadinanza, ma renda noto ciò che accaduto solo mesi e mesi dopo: lo Strattera è – purtroppo – lo psicofarmaco più utilizzato in Italia per sedare i bambini troppo agitati e distratti, nonostante siano noti i gravi profili di rischio di questa molecola. Ritengo che l’AIFA avrebbe dovuto, nel rispetto della privacy delle due famiglie coinvolte, permettere agli altri genitori di maturare scelte equilibrate al riguardo, conoscendo pro e contro di questi trattamenti”.
In un documento dell’agenzia di controllo sanitario inglese (British Medicines and Healthcare Regulatory Agency) reso noto su richiesta del giornalista investigativo svedese Janne Larsson, si riportavano già a fine 2005 ben 130 rapporti su tentativi di suicidio da parte di pazienti trattati con Strattera®, oltre a 760 rapporti per problemi cardiaci, 172 rapporti per danni al sistema epatico e circa 20 rapporti per suicidi effettivi. Il colosso farmaceutico Eli Lilly in origine cercò senza successo di far approvare Strattera® dalla Food & Drug Administration USA come antidepressivo, per poi riciclarlo come trattamento per l’Adhd,
Intervento di Luca Poma a Vera Informazione
Grazie per l'attenzione che state dimostrando al problema con questo dibattito, Vi scrivo proprio in qualità di portavoce nazionale della campagna di farmacovigilanza "Giù le Mani dai Bambini". Sono d'accordo con l'affermazione che - di per se - la somministrazione del farmaco non dev'essere criminalizzata:il problema in effetti è più che altro il COME. Tuttavia, per completezza, dico che anche questo non è sempre vero: ci sono alcuni farmaci che oltre che avere un alto potenziale di abuso, come appunto il Ritalin, hanno anche un rapporto "rischio/beneficio" negativo, ed in tal caso è necessario riflettere oltremodo sull'opportunità di somministrarli anche a normale dosaggio teraputico. Non è vero che un farmaco fa sempre male, ma neppure è corretto - a volte - dire che "basta usarlo bene". Questo non è sempre vero. In ogni caso, l'articolo mi pare molto equilibrato. Buona discussione! Luca Poma www.giulemanidaibambini.org
mercoledì 11 marzo 2009
Video di Emilio Fede
domenica 1 marzo 2009
La polizia al verde
lunedì 23 febbraio 2009
La Corte dei Conti denuncia, l'informazione la ignora
sabato 21 febbraio 2009
Il problema dell'immondizia di Napoli è davvero stato risolto?
martedì 17 febbraio 2009
Mills condannato a 4 anni e sei mesi
venerdì 13 febbraio 2009
Se non è dittatura questa... l'informazione oscurata prossima tappa del governo Berlusconi
Testo:
Dall'intervista di Alessandro Gilioli al sen. D'Alia pubblicata su "L'Espresso"
A. Gilioli: Io volevo parlare di questo emendamento: innanzitutto, spieghi lo scopo e l'utilità.
D'Alia: L'emendamento introduce l'articolo 50 bis al pacchetto sicurezza, che consente al ministro dell'interno, su comunicazione dell'autorità giudiziaria che procede per delitti di istigazione a delinquere o apologia di reato, attribuisce al ministero dell'interno il potere di disporre che i fornitori di connettività alla rete internet utilizzino gli strumenti di filtraggio nei confronti di quei siti o social network che contenessero, diciamo, dichiarazioni e quant'altro connesse a queste ipotesi di reato.
Cioè, è una norma che serve a cominciare a intervenire nella regolamentazione di internet e questo nasce sostanzialmente dalle vicende che hanno riguardato Facebook, della comparsa su quel social network di gruppi inneggianti a Riina, Provenzano, alle Brigate Rosse eccetera.
E poiché non vi è alcuno strumento, nell'ordinamento, che consenta un intervento immediato qualora ovviamente si ravvisi un'ipotesi di reato, cioè qualora la magistratura stia indagando, il ministro dell'interno interviene con uno strumento di natura squisitamente cautelare che serve ad evitare che vi sia una moltiplicazione di questi siti o di queste manifestazioni illecite sulla rete.
Ovviamente, tutto questo avviene con la possibilità del ricorso all'autorità giudiziaria da parte degli interessati, e comunque attraverso una procedura di natura contraddittoria anche con i gestori dei siti a cui viene notificata una diffida ad oscurare o cancellare quelle parti che sono in contrasto con le posizioni citate.
A. Gilioli: Però, senatore, mi permetta di interromperla. La contestazione che viene fatta è proprio questa: io ho letto bene il suo emendamento, non si parla di cancellare le parti ma di oscurare il sito. Allora si dice: se c'è un gruppo su facebook che incita a Provenzano piuttosto che altre cose, gli effetti del suo emendamento non sarebbero cancellare quella pagina ma oscurare l'intero sito.
D'Alia: Ma mi scusi: se il gestore del sito non si fa carico di cancellare questi soggetti dal sito, è giusto che il sito venga oscurato. Il ministero diffida il gestore, il gestore poi ha due possibilità: o ottemperare e quindi cancellare dal sito i gruppi oppure non ottemperare. Se non ottempera si rende complice di chi inneggia a Provenzano e Riina quindi è giusto che venga oscurato.
A. Gilioli: All'interno di YouTube, per esempio, ci sono diversi video che potrebbero ricadere, forse, all'interno della tipologia da lei enunciata. Se YouTube non cancella quei video viene oscurato l'intero YouTube?
D'Alia: Secondo me si, certo.
A. Gilioli: Ancora un altro caso...
D'Alia: Le faccio un esempio: se su YouTube esce un video, come è successo e peraltro ci sono state diverse polemiche, in cui quattro ragazzi picchiano un loro coetaneo disabile - peraltro, in questo caso siamo in presenza della rappresentazione di un reato non è che siamo in presenza di una apologia: c'è la diretta o la riproduzione di un film in cui viene commesso un illecito penale - è giusto che un sito lo mantenga? Io credo di no.
A. Gilioli: Un altro caso: c'è una discussione online, nei siti, nei forum. Fra utenti del forum può capitare che ci si insulti o anche che ci si minacci. Lei questo lo ritiene una tipologia...
D'Alia: Se io minaccio qualcuno, lo minaccio nella realtà o su internet sempre un reato è.
A. Gilioli: Le faccio un'altra tipologia: io sono ipoteticamente autore di un blog. All'interno del mio blog qualcuno, tra i commentatori del mio blog, mi insulta, minaccia. Io che sono il blog master e quindi ritengo che sia giusto lasciare aperto il mio blog a ogni voce, comprese quelle che mi minacciano e mi insultano, non tolgo queste voci.
Anche in questo caso si rientra nella tipologia?
D'Alia: Guardi, rientrano tutte quelle ipotesi che sono previste dal codice penale nell'ambito dei delitti di istigazione a delinquere o disobbedire alle leggi. I delitti di apologia di reato, che sono previste dal codice penale o da altre disposizioni. Sono tutte ipotesi che sono ricondotte a fattispecie illecite, che sono già sanzionate nel codice penale e che quindi hanno la necessità di essere sanzionate in tutte le loro manifestazioni. Non è che cambia se io faccio un ciclostile con cui dico che Riina...
A. Gilioli: Scusi senatore, stiamo parlando dei commenti a un blog...
D'Alia: Guardi, i commenti a un blog non è che sono diversi: se in un commento a un blog io dico che le Brigate Rosse hanno fatto bene ad uccidere Moro, questa si chiama apologia di reato. Che io lo faccia sul blog, con un telegramma, su un bigliettino, con un comunicato stampa non cambia: sempre di reato si tratta e va perseguito, e va perseguito colui il quale se ne fa complice pubblicando queste porcherie, ivi compreso se è un gestore di internet tanto per essere chiari.
Io la penso in questo modo.
A. Gilioli: Senta senatore: lei è un frequentatore della rete?
D'Alia: Certo
A. Gilioli: Su facebook ci va?
D'Alia: No, su facebook vado poco perché mi indigna vedere su quel sito che si censurino le mamme che allattano i figli perché si ritiene esteticamente un fatto offensivo, antiestetico e poi si consenta a vari gruppi, ad esempio "Omaggio a Cutolo, chi è parente di pentiti infami e confidenti è pregato di non iscriversi a questo sito dedicato a Cutolo".
Io non ci vado perché questo sito che censura le mamme, come dichiara peraltro correttamente Articolo 21, e consente queste porcherie è un sito indegno, dal mio punto di vista.
Con tutto il rispetto per chi vi accede.
A. Gilioli: Lei è conscio del fatto che se in Italia si chiude YouTube e Facebook siamo peggio della Birmania?
D'Alia: Guardi, io non sono per chiudere né Facebook né YouTube: io sono perché Facebook e YouTube rispettino le vittime di mafia, del terrorismo e degli stupri.
A. Gilioli: E se non le rispettano?
D'Alia: Se non le rispettano non possono avere il rispetto dello Stato.
A. Gilioli: Quindi vanno chiusi.
D'Alia: E' evidente.
Se non sei d'accordo con il senatore inviagli un'email (l'indirizzo è stato preso dalla pagin pubblica del senatore dal sito senato.it): dalia_g@posta.senato.it